“Preferisco racchiudermi in un mondo fantastico, che abbandonarmi alla triste realtà, perché è la vita la vera finzione”.
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Questa frase la scrissi all’età di tredici anni. Ero una ragazzina allegra, ma i miei scritti non lo erano altrettanto. Era come se attraverso la penna esprimessi le mie angosce, i miei timori. Poi arrivò “La storia infinita”, di Michael Ende, e per la prima volta capii di non essere sola nel mondo di Fantàsia. Il film lo avevo già visto e amato, ma vi sorprenderete di scoprire quanto il libro sia diverso. Lo stesso Ende ha più volte espresso la sua opinione al riguardo, affermando che la propria opera non avesse nulla a che vedere con la trasposizione cinematografica di Wolfgang Petersen.
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Dopo aver letto questo libro meraviglioso, capii che per dare libero sfogo alla creatività era necessario saltare nel nulla immaginario. Solo dopo essere emersa da lì avrei potuto costruire un mondo di valori tutto mio. Rispetto, gentilezza e calma interiore ne sarebbero stati i pilastri. E anche se a volte il caos regnava incontrastato nella mia mente, avrei trovato l’ordine proprio là dove tutti gli altri avrebbero visto solo il nulla. 📚