
Buongiorno! Oggi vorrei parlarvi di un libro che per me è stato importante. Il canto delle orche, di Stuart Harrison, edito da Piemme nel 2001. Si tratta di un mistery ambientato in un’isola selvaggia, al largo della costa del Maine. C’è un po’ di tutto. C’è la storia d’amore, un omicidio da risolvere e un’ambientazione affascinante e sinistra al tempo stesso. Come vi ho già anticipato, questo libro ha avuto un ruolo importante per me. È stata la prima storia che mi ha introdotto nel mondo dei romanzi un po’ più corposi. All’epoca avevo quattordici anni. Ero già amante della lettura, questo sì. Fin dalle elementari leggevo come una matta. Dai classici con cui sono cresciuti i bambini degli anni Novanta, alle collane per ragazzini; come i Piccoli Brividi, Il club delle baby-sitter e Terrore. Ma questa è stata la prima “lettura da adulti” che ho affrontato. Non conoscevo l’autore, non me ne aveva parlato nessuno. Era stata la copertina a chiamarmi per prima, e la trama a convincermi poi.
Ve la lascio qui sotto:
Nelle profondità dell’oceano, un branco di orche si muove verso una preda inconsapevole della loro presenza. La luna scompare dietro una nuvola e l’acqua si fa nera come la pece. D’un tratto due spari squarciano il silenzio della notte nella piccola baia dell’isola di St George, al largo della costa del Maine. Un uomo scompare. Quella stessa notte qualcuno dichiara di aver visto una giovane donna gettare in mare un ingombrante fagotto. Ella Young è una giovane donna che vive di pesca. Si oppone al progetto di Howard Larson, che mira a distruggere le bellezze naturali dell’isola per trasformarla in un grande centro turistico. E mentre qualcuno distrugge la sua attrezzatura da pesca, Ella deve difendersi dall’accusa di omicidio.
Al prossimo consiglio di lettura!
Silvia Civano