Buongiorno! Oggi vi propongo una recensione di viaggio un po’ diversa dal solito, e tra poco vi spiego il perché. Vorrei parlarvi di un viaggio che ho fatto un po’ di tempo fa. Nel 2008, per essere precisi. Nel mese di febbraio di quell’anno sono andata a trovare Ester, una ragazza spagnola che avevo conosciuto durante una vacanza studio a Malta (vi parlerò del mese trascorso nell’isola in un altro articolo). Siccome ho mantenuto i rapporti con Ester e alcuni ragazzi spagnoli conosciuti a Malta, ho deciso di partire da sola e andare a trovarli. Sono stata in tutto una decina di giorni circa, durante i quali ho visitato Siviglia, Granada e Arahal.
Il viaggio di cui sto per parlarvi è stato stupendo. Già amavo la Spagna, ma non la conoscevo molto bene. Infatti, in quel periodo non ero ancora stata in Erasmus ad Alicante, quindi l’avevo vista solo da turista. Ma andare a casa di studentesse spagnole, uscire con loro ed essere l’unica italiana, ha avuto un altro sapore rispetto ai viaggi che ero abituata a fare. Per raccontarvi di questa bella esperienza mi rifarò al diario virtuale che tenevo già da allora, con la differenza che scrivevo le mie esperienze di viaggio al PC senza pensare di pubblicarle e condividerle con altri. Per questo motivo copierò esattamente le frasi che avevo scritto, così, per fare un vero e proprio tuffo nel passato senza snaturare i ricordi.
SIVIGLIA
“Spettacolo! Sono stati dieci giorni stupendi! Mi sono innamorata della Spagna e della gente di questo Paese meraviglioso! Io amo l’Italia, ma il clima che si respira nelle strade di queste città lo sento sulla pelle. Appena arrivata a Siviglia mi sono venuti a prendere in aeroporto Ester, Mariermi e Manolo, e sono stata felicissima di rivedere Ester! Dopo aver lasciato la valigia a casa siamo andati dai parchi dove si incontrano gli studenti lungo il Guadalquivir ed è stato il primo assaggio di questa splendida città. La sera siamo andati a bere alla Plaza del Salvador. Era pieno di studenti!”
Già da queste prime righe mi sembra di tornare là, con le ragazze sivigliane che parlavano velocissime, a fare un brindisi alla chica italiana. I sorrisi, gli odori di quel posto. L’aria fredda di febbraio che infastidiva appena lungo il fiume, perché eravamo tutti giovanissimi, con la voglia di scoprire il mondo, di assaporarlo.
A Siviglia ho trascorso diversi giorni, durante i quali di sera uscivo con le ragazze e i loro amici e di giorno giravo da sola per la città, poiché loro erano a lezione. Spesso mi sono persa per le strade, e a volte mi sono persa di proposito. O meglio, giravo senza una meta precisa perché è quello che amo di più quando visito una città. Certo, faccio sempre un itinerario in cui segno le tappe fondamentali, ma a volte mi diverto a “fare amicizia” con le vie perdendomi in esse. Vagando e guardando i dettagli delle case, dei palazzi, delle costruzioni. Osservo i balconi e le finestre. Sì, è una strana fissazione ma, non chiedetemi perché, i balconi sono la prima cosa che guardo nelle città. Noto se sono incassati, esterni, il materiale usato per la loro costruzione. Poi cerco di capire se vengono usate più le persiane o le tapparelle. L’architettura mi ha sempre affascinata. Comunque, tornando al viaggio, ricordo che è così che ho trovato Plaza de España: camminando senza sapere dove andassi. E quando l’ho vista… quando i miei occhi hanno tentato invano di abbracciarla tutta nella sua interezza, mi sono emozionata moltissimo.
Plaza de España è un capolavoro architettonico costruito nella bella Siviglia dal 1914 al 1928. Rappresenta l’architettura andalusa ed è stata realizzata con ceramiche e mattoni tipici della regione. A progettarla fu l’architetto Annibale González. La piazza, dalla forma semicircolare, rappresenta l’abbraccio della Spagna alle colonie ibero-americane; guarda verso il Guadalquivir e simboleggia la strada da seguire per l’America.
GRANADA
Dopo aver trascorso alcuni giorni a Siviglia, io ed Ester siamo andate a Granada, dove abbiamo rivisto i ragazzi conosciuti a Malta, poiché alcuni di loro erano di lì. Tranne Jesus, che era di Malaga, ma ci ha raggiunti per il fine settimana. A Granada ci ha ospitate Ivan, che ci ha fatto girare per la città in scooter e ci ha portate a feste divertenti. Io ho sempre adorato le feste, le discoteche e i locali; ma quando viaggio metto al primo posto la visita della città. Motivo per cui, non volendo rinunciare a nulla, ho fatto tutto senza dormire. Mi spiego meglio. Di sabato ho girato per la città con Ester e Ivan, la sera ho partecipato al bottellón di Granada e, senza mai andare a dormire, sono tornata a casa di Ivan, mi sono fatta la doccia e ho visitato da sola la Alhambra entrando alle 8:00 del mattino. Se lo facessi ora credo morirei. Vi copio quanto avevo scritto su quel fine settimana, parole appartenenti a un tempo ormai lontano, quando mi sembrava un gioco da ragazzi non dormire per due giorni di fila.
“Il week-end lo abbiamo trascorso a Granada e me ne sono letteralmente innamorata! È piccola, ma nelle sue strade si assapora pura allegria, spensieratezza e voglia di vivere. Lì ci ha ospitate Ivan! È un grande, Ivan! Siamo andati tutti insieme a bere e a mangiare tapas e dopo aver fatto un giro per las calles del centro, aver visto La Gran via de Colòn e la Plaza de la Catedral, siamo andati a la calle de las teterìas (Calle Elvira) dove ho fumato frutta… ahahah! Sì, perché in questa via dove tutto è in stile arabo (negozi, ristoranti e locali), siamo andati a bere e a fumare frutta 🙂 Quando l’ho scritto alla mamma Sandra la sua risposta è stata: «Amore… sei in una teteria? Fumi frutta? Oddio, cosa è successo alla mia bambina?» … voto 10!”
“Poi siamo saliti al Mirador de San Nicola, dove la vista è spettacolare! Fantastico il contrasto tra il calore del sole e della gente, e le montagne coperte di neve dietro la Alahambra. Qui tutti cantavano, ballavano, ridevano… Sembrava davvero di essere in un mondo parallelo… Dopo abbiamo percorso il Paseo de los Tristes e anche qui c’erano persone per la strada che suonavano la chitarra, danzavano e facevano mega bolle di sapone che le bambine rincorrevano! Mentre Ivan è andato a prendere il motorino, io ed Ester abbiamo camminato fino alla Alahambra per chiedere l’orario di apertura alle visite per il giorno seguente”.
“La sera, vicino al Corte Inglés, siamo andati al bottellòn e da Malaga ci ha raggiunti Jesus! Che bello è stato rivederlo! Serata molto fredda ma riscaldata dalla simpatia delle persone geniali che mi circondavano”.
“Il giorno dopo sono andata a vedere la Alhambra che mi ha lasciata senza parole! Dopo aver visitato questa meraviglia architettonica, sono tornata a casa e gli altri dormivano ancora”.
Tornando nel 2018, la Alhambra mi ha colpita davvero molto. Non avevo dormito nulla, eppure saltavo ovunque sgranando gli occhi per la sorpresa. I giardini sono stati forse la parte più sorprendente, ma anche il più piccolo particolare era eccitante. Motivo per cui credo valga la pena spendere qualche parola per questo posto. La Alhambra è un complesso palaziale dell’Andalusia. È una città murata che occupa il colle della Sabika. All’interno dell’Alhambra, un tempo c’era tutto ciò di cui avevano bisogno i suoi abitanti, dalle moschee, ai negozi, alle scuole. In pratica funzionava in autonomia, senza dipendere da Granada.
“Per pranzo abbiamo raggiunto Jesus, i suoi cugini e le sue amiche, e con noi sono venuti anche Antonio e la sua ragazza! Insomma… è stata una bella rimpatriata e al Parque del triunfo ci ha raggiunti anche Tamara!”
DI NUOVO A SIVIGLIA
Ho visitato la bella Siviglia quasi interamente da sola, ma ricordo che un giorno Ester non aveva lezione ed è venuta con me a girare per la città. Mi ha portata alla Giralda, la torre campanaria della Cattedrale di Siviglia, e all’Universidad de Sevilla, una delle migliori università spagnole, fondata nel 1505. Io tenevo particolarmente a entrare in quelle aule, dove gli studenti hanno studiato per ben cinque secoli.
Ma Ester ha voluto farmi fare anche un’altra gita un po’ particolare a Siviglia… Mi ha portata in un Hotel storico della sua città: l’hotel Alfonso XIII. Per entrare abbiamo finto di essere clienti. All’inizio non capivo perché ci tenesse tanto a farmelo vedere, poi, una volta dentro, non mi ci è voluto molto per comprenderlo. Inserisco qualche foto, giusto per farvi capire la maestosità di questo posto, e vi prego, non giudicateci male per questa piccola marachella. Ci siamo solo guardate intorno con gli occhi a cuoricino, senza toccare nulla e limitandoci a scattare un paio di foto.
Comunque, secondo me è più divertente leggere il mio “diario di bordo di allora”.
“Finito il week-end siamo tornate a Siviglia. Lunedì Ester mi ha portato in giro per il centro: siamo andate a vedere La Univerdidad de Sevilla, che è davvero un gioiello. Abbiamo visto l’Hotel Alfonso XIII, un hotel super lussuoso. Siamo persino entrate dentro (anche se in realtà non si poteva) a vedere come erano i corridoi, i giardini e la piscina (rigorosamente riservata ai clienti dell’hotel) ahahah. Poi siamo entrate nella Catedral de Sevilla, nella Giralda, andate al Patios de los naranjos, alla Avenida de la constituciòn, alla Torre de oro, alla parte del rio Guadalquivir che non avevo ancora visto, al Puente de Triana, alla Calle Betis, al Puente de San Telmo, di nuovo a Plaza de Espana, al Parque de Maria Luisa, al Barrio de Santa Cruz e all’Alcazar (purtroppo visto solo dal di fuori, siccome al lunedì è chiuso). È stata una giornata molto bella, anche se la sera ero stracotta! Ma praticamente avrò dormito quattro ore in tre giorni!”
Cattedrale di Siviglia
ARAHAL
L’ultima tappa di questo viaggio ricco di emozioni è stata la città natale di Ester: Arahal, un comune spagnolo dell’Andalusia che conta poco più di 19 mila abitanti. Lì ho conosciuto i suoi genitori, che ci hanno preparato un pasto meraviglioso a base di pesce. Ricordo che la loro casa era stupenda, a due piani con un patio interno: una sorta di giardino accessibile dal salone. Le stanze erano pitturate in modo particolare. Ogni camera aveva le pareti di colori diversi. Quella di Ester aveva una parete rosa e una rossa, quella di suo fratello una blu e una azzurra e quella dei suoi genitori una marrone e una grigia. Mi è piaciuta talmente tanto l’idea che nella mia casa in campagna ho dipinto una stanza così. Con una parete verde e una gialla. L’ospitalità della sua splendida famiglia la porterò sempre con me come splendido ricordo.
“Martedì siamo andate al paese di Ester: Arahal. È molto bello, pulito e circondato da ulivi; con le casette dipinte di bianco, curate e rifinite nei particolari. Le campagne sono coltivate, accudite e circondano questi paesini caratteristici, i quali differiscono dalle grandi città, pur distando da queste solo pochi km”.
“L’ultima sera a Siviglia siamo andate io, Ester, Virginia e Mariermi a casa di un loro amico: David, e lì è finita questa avventura.
Ricapitolando… è stato tutto fantastico! E non solo per la bellezza delle città, ma anche per la compagnia delle persone con le quali sono stata. Ho vissuto uno stile di vita che è molto lontano dal mio, e nonostante ciò lo sento perfetto per me, per la mia personalità… per tutto! Il modo di fare di queste persone trasmette gioia di vivere, voglia di fare e di mettersi in gioco! Inoltre, per ben dieci giorni ho parlato esclusivamente spagnolo, essendo io l’unica italiana. Non vedo l’ora di tornare e di rivedere tutti: Ester, Ivan, Jesus, Antonio, Tamara e spero anche gli altri ragazzi del gruppo di Malta! A settembre prima di partire per l’Erasmus forse tornerò ad Arahal per La Feria e sono certa che rimarrò nuovamente a bocca aperta! Intanto incrocio le dita… spero di vincere la borsa Erasmus per Granada, anche se essendoci un solo posto ne dubito molto, ma in qualsiasi città andrò sarà un’esperienza stupenda e sicuramente a Granada e a Siviglia tornerò presto per rivedere tutti!”.
Per i ragazzi che ho rivisto a Granada: «NOS VEMOS PRONTO A ESPAŇA!!!! Un beso muy grande a Ester, Ivan, Jesus, Antonio y Tamara!»
Poi la borsa di studio per Granada non l’ho ottenuta. C’era un solo posto e l’ha vinto una ragazza della specialistica. Come seconda scelta ho messo Alicante, che aveva due posti disponibili ed era anch’essa una meta molto ambita. Un giorno vi parlerò dell’avventura dell’Erasmus.
A presto!
Silvia
Sono stata anch’io a Siviglia, che è una città meravigliosa. La parte monumentale toglie il fiato, le viuzze e le case pitturate di bianco e giallo sono incantevoli, in autunno i narancos carichi di frutti sono uno spettacolo e si mangia che è un piacere, senza contare la cerveza…
Ti linko un post che ho scritto sulla meravigliosa cattedrale (senza nulla togliere all’Alcazar e ai suoi giardini…)
https://marisasalabelle.wordpress.com/2016/04/28/la-sindrome-di-stendhal/
"Mi piace""Mi piace"
Ho letto il post. Sì, anche io mi sono innamorata della bella Siviglia. La città, i profumi, i suoi abitanti. Spero di poterci tornare al più presto. Chissà se proverei le stesse sensazioni di allora
"Mi piace"Piace a 1 persona